E’ questa la piu’ innovativa tecnica di correzione della presbiopia nei pazienti senza difetti di trasparenza del cristallino; essa consiste nell’ impianto di una microlente di 3 mm di diametro e 15 micron di spessore (1 micron = 1/1000 di mm) all’interno dello stroma corneale (per questo la lente viene anche detta intrastromale) e piu’ precisamente a circa 250 micron di profondita’ grazie all’ausilio dell’innovativo sistema laser a Femtosecondi (IntraLase – ABBOT). Tale lente e’ composta da un materiale acrilico idrofilo inerte perfettamente trasparente e biocompatibile con il tessuto corneale, in grado di non alterare l’omeostasi della cornea che la ospita, cioe’ di non creare problemi di natura infiammatoria e quindi di trasparenza. In pratica e’ lo stesso materiale utilizzato per creare le lentine intraoculari impiegate per gli interventi di cataratta da ormai oltre 20 anni. Il laser a Femtosecondi (Intralase), utilizzato per la creazione della tasca intrastromale, consente un taglio più omogeneo, una maggiore accuratezza, una minore induzione di astigmatismo corneale, una maggiore semplicita’.
L’impianto della lente FlexiVue (Presbia) e’ da attuarsi su un solo occhio ed in particolare in quello non dominante, lasciando assolutamente inalterata la capacita’ visiva dell’ occhio controlaterale.
Questa metodica permette la correzione di difetti di vista presbiopici di entita’ compresa tra + 1,00 e + 3,50 diottrie, ma non consente ad oggi di correggere i difetti refrattivi eventualmente associati (miopia, astigmatismo, ipermetropia) che comunque possono essere eliminati con altre opportune metodiche (vedi laser per miopia).
Gli enormi vantaggi e la tranquillita’ che risiedono in tale tecnica consistono in un rapido recupero postoperatorio (15/20 giorni), nell’essere un intervento assolutamente reversibile, infatti la lente intracorneale dopo essere stata applicata e’ rimovibile in qualsiasi momento senza provocare alcuna alterazione al tessuto corneale e consente quindi il ripristino delle condizioni originali del paziente, unica tecnica ad offrire tale assoluto livello di sicurezza. Inoltre viene mantenuta l’accomodazione (la capacita’ di mettere a fuoco gli oggetti vicini) qualora questa sia ancora presente e non richiede l’apertura del bulbo oculare esponendolo pertanto al rischio di infezione. Gli svantaggi sono la possibile induzione di astigmatismo (di scarsa entità) dovuto alla creazione dl tunnel intracorneale per l’inserzione della microlente e l’ incapacita’ di correggere un astigmatismo preesistente. Esiste infine la possibilita’ che la lente possa decentrarsi richiedendo quindi un secondo breve intervento per ricentrarla. Va inoltre aggiunto che in rari casi possono verificarsi comparse di aloni soprattutto notturni attorno alle fonti luminose che tendono via via a ridursi dopo circa 6-8 mesi.
Difficolta’ sono rappresentate dagli abbagliamenti che acompagnano di frequente le primissime fasi postoperatorie e dal senso di corpo estraneo e di lacrimazione che si manifestano subito dopo l’ intervento con intensita’ variabile da persona a persona e si protraggono per alcuni giorni. La reattivita’ posperatoria e’ influenzabile in senso positivo dal trattamento medico locale e pertanto di importanza basilare risulta essere seguire alla lettera le prescrizioni del chirurgo. La capacita’ visiva dipende dalle condizioni globali dell’ apparato visivo, l’intervento consentira’ infatti nella migliore delle ipotesi il mantenimento dlla stessa acutezza visiva massima pre-operatoria.
E’ possibile riprendere fin dai primi giorni una normale attivita’ lavorativa comprendente anche brevi passeggiate o spostamenti in auto, non vi sono controindicazioni alla visione di tv ne’ alla lettura. E’ importante sottolineare che per ottenere ottimi risultati e’ utile effettuare piccoli allenamenti di adattamento visivo per lettura nella fase postoperatoria non essendo immediato il risultato funzionale.